Ego

Mostra di Silvia Martellani

Ego è, in latino, un pronome personale, cioè io. Poi, per estensione, è entrato come suffisso nel linguaggio della psicanalisi e della psicologia per formare parole come egocentrismo, egoismo, egotismo.

Il titolo della mostra personale di Silvia Martellani presso la Sala Fenice del Circolo Fincantieri-Wärtsilä è EGO perché parla in prima persona.

Silvia ha elaborato la passione per la fotografia dai tempi della scuola d’arte “E. U. Nordio”, ha usato le nozioni imparate a scuola ed ha sviluppato le tecniche della composizione per costruire delle immagini “pittoriche”. Poi, nel 2004, si è iscritta al corso di cultura fotografica organizzato dalla Sezione Foto del Circolo Fincantieri Wärtsilä, e questo suo interesse è diventato primario. Da quel momento si è appassionata al mondo delle immagini e delle macchine fotografiche. Da brava artigiana, come lo è nell’anima, ha studiato la tecnica ed ha evoluto il suo modo, molto personale, di fotografare elaborare e poi stampare. Dapprima con fondali coloratissimi sui quali passavano persone in movimento e poi restringendo il campo per raccontare di se stessa. Nel linguaggio dei fotografi Silvia è fotografa specchio, perché si “riflette” nelle sue immagini, ma lo fa parlando di argomenti che diventano oggettivi, universali. Ha l’urgenza di raccontare per sublimare uno stato d’animo, un sentimento, un’emozione. Lo fa una prima volta parlando dell’”Insonnia”, poi con “Madre”, “Sogno”, fino ad arrivare agli ultimi lavori dove rappresenta la propria persona e la coscienza di essere chi è. In queste immagini i simboli si fanno importanti nella lettura, ci sono passaggi e trasformazioni che esprimono il senso del noto ed ignoto, del passato e futuro, dell’istinto e ragione. Silvia parla di sé ma parla di tutte le donne che soffrono d’insonnia, parla di tutte le madri, parla di tutte le donne che sono multifunzione, cioè si dedicano nel loro tempo alla casa e alla famiglia. E hanno un sogno, un sogno frequente, quello di dedicarsi di più a se stesse. La maggior parte delle volte rimane un desiderio perché la vita quotidiana ti inghiotte nel suo vortice, ma proprio perché è un desiderio contiene dentro di sé un anelito, una brama, una necessità di se stessi, di EGO.

E in questa parola c’è la bellezza delle fotografie di Silvia, nell’infinita sete di arrivare all’essenza dell’Io.

Cristina LOMBARDO