“Verso la foce. Un territorio silenzioso”
Immagini di luoghi segnati dal fiume Po’. Da Bondeno al mare. Di Lauro Casoni
Il cambiamento silenzioso
Negli ultimi decenni il territorio italiano è profondamente cambiato, interessato da fenomeni tali da lasciare spesso stupiti e disorientati. Arturo Lanzani, Docente di pianificazione territoriale, ad esempio, dice che «la seconda metà del Novecento ha visto attuarsi nel nostro paese un’epocale trasformazione insediativa e paesistica paragonabile per intensità e profondità solo a due altre grandi fasi di colonizzazione del territorio italiano: quella avviata in epoca romana e quella realizzatasi in epoca medioevale-rinascimentale». Questi fenomeni hanno investito molte regioni e se fino alla metà del Novecento le discipline interessate al territorio mettevano in risalto soprattutto i problemi derivati dalla crescita delle città e dall’alta densità degli insediamenti urbani a partire dagli ultimi decenni del Novecento abbiamo assistito al «lievitare» di intere regioni, dove una società e un’economia nuove hanno dato luogo a nuove forme insediative, inediti modi di abitare territori vasti.
Più di recente poi, accanto alla trasformazione «a crescere», «in aggiunta», sempre più rilevante è apparsa la presenza di spazi e edifici vuoti e dismessi, abbandonati e obsoleti: tanti materiali e paesaggi «desueti», che hanno concluso un loro ciclo di vita e devono essere ripensati, immaginando nuovi processi di «riciclo» o facendo anche dell’abbandono e della demolizione un consapevole progetto di paesaggio. Questo è sempre più evidente in lungo il percorso del fiume Po, grazie ad una graduale trasformazione del modo di fare agricoltura, figlia di una trasformazione generazionale che ha portato negli ultimi trent’anni la scomparsa della frutticoltura e di una agricoltura a conduzione familiare per fare spazio ad una gestione del terreno e della pratica agricola in termini più “industriali”.
Mentre l’evidenza di queste «grandi trasformazioni» ha lasciato perplessi molti cittadini, che tendono a rifiutarle etichettandole come «degrado» e ‘morte del paesaggio’, ha spinto altri a guardare più da vicino cosa stava succedendo, a descriverne il cambiamento, riflettendo sugli strumenti, le categorie analitiche e su cosa voglia dire vivere in un paesaggio che non si trasforma piu’ e che si appiattisce senza ricordi. Per riprendere una riflessione proposta dallo scrittore americano William Least Heat-Moon (1983) ad un certo punto ci si è chiesti: «se è vero che un nuovo modo di osservare può indurre la scoperta di cose nuove..». Questo atteggiamento curioso ha portato a riscoprire il senso dell’osservazione e descrizione diretta del rilievo, del rudere che racconta una storia di lavoro, del fiume che si lancia nel mare o piu’ semplicemente il lavoro dell’uomo che vive il Po, guardando il territorio non solo dall’alto ma facendone esperienza.
Per l’evidenza dei fenomeni (e insieme per la difficoltà a spiegarli), per l’insoddisfazione verso i tradizionali strumenti descrittivi è infatti parso utile e necessario tornare a camminare nel territorio mettersi davanti ai fenomeni, guardarli con pazienza, senza fretta e senza pregiudizi, muniti di curiosità più che di spiegazioni. È come se si fosse sentito di nuovo il bisogno di tornare a osservare direttamente (quanto più direttamente possibile) il proprio mondo, fatto di persone conosciute, tradizioni che resistono, affetti che convivono con la malattia, ma tutte legate dalla necessità di sentirsi parte di quel territorio che ha nel fiume il proprio cuore, riflettendo anche sul valore dell osservare come pratica conoscitiva e riflessiva.
Lauro Casoni
Nato a Bondeno il 30 aprile 1973, è fotografo professionista dal 2015. Collaboratore dal 2010 di testate giornalistiche locali, dal 2020 scrive e fotografa per il Resto del Carlino di Ferrara.
“Bianconerista” per formazione, il suo modo caratteristico di fotografare attento al territorio e alla realtà gli permette di spaziare dal reportage sociale, all’architettura, dal paesaggio alla cronaca. Negli ultimi anni e’ attivo nel reportage urbano a Roma e paesaggistico prevalentemente nel Lazio.