ANDREA PIVARI è nato a Ferrara il 9 febbraio 1945. Attualmente risiede a Colà di Lazise in provincia di Verona. E’ istruttore subacqueo e foto sub. Ha collaborato per alcuni anni con riviste del settore ed ha partecipato a concorsi nazionali ed esteri conseguendo prestigiosi riconoscimenti. Tra i più importanti vanno ricordati quelli al Festival Mondiale dell’ Immagine Subacquea di Antibes (Francia), dove ha vinto un secondo premio nella categoria “Portfolio 10 dia”, un secondo e un terzo premio nella categoria “Stampe a colori”, due primi premi e un terzo premio nella categoria “Montaggi audiovisivi”. Altri importanti premi sono stati vinti al Trofeo dei 50 giudici della CMAS (Comitato Mondiale delle Attività Subacquee), al Festival Internazionale di Tachov (rep. Ceca), al Festival Biennale di Lugano.Nel 2014 ha vinto il premio OASIS come miglio fotografo naturalista italiano. Ha partecipato a numerose mostre collettive e personali e per 15 anni ha pubblicato calendari premiati più volte al “Memorial Alessandro Dodi”, concorso indetto dal biologo marino Angelo Mojetta in collaborazione con l’Acquario di Milano, in memoria della tragica scomparsa di questo eccezionale foto sub. Suoi portfoli sono stati pubblicati da riviste del settore subacqueo quali l’italiana FOTOSUB, l’israeliana I DIVE e dalla rivista Russa NEPTUN.

 

COLORI E VITA DEL MONDO SOTTOMARINO

La mostra comprende fotografie scattate in oceani diversi: dall’ Isola del Coco nel Pacifico al largo del Costa Rica, all’ Oceano Indiano nei fondali di Filippine e Indonesia fino alla lontana Papua Nuova Guinea. Ogni fondale ha le proprie caratteristiche e proprio nel volerle evidenziare che ho impostato il mio lavoro. Molto spesso, durante le immersioni, mi sono trovato davanti situazioni che dovevano essere riprese in modo classico, unicamente documentativo, senza l’interpretazione da parte del fotografo: pesci rari, circostanze particolari, momenti irripetibili, richiedevano unicamente la prontezza di riflessi che desse la possibilità di documentarli; molte altre volte, al contrario, mi sono fatto trasportare dalle sensazioni, dallo stato d’ animo o dalla fantasia, interpretando forme e colori così come queste mi suggerivano. In questi casi i soggetti perdevano la loro concretezza per diventare solo forme. La mostra, nel suo insieme, vuole essere un insieme di questi miei modi di esprimermi, senza privilegiare né l’uno né l’altro, cercando di coinvolgere i visitatori nelle mie stesse emozioni.

 

Lo stretto di Lembeh in Indonesia

Lembeh è una piccola isola che si trova all’ estremo nord del Sulawesi, quella regione dell’ Indonesia che i vecchi navigatori spagnoli e portoghesi avevano battezzato Celebes ed è proprio da questa piccola isola che prende il nome lo stretto che la divide dalla terraferma. Che poi terraferma non è, visto che anche il Sulawesi è un’ isola che fa parte di quell’ immenso arcipelago che è l’ Indonesia. Per capire la grandezza di questa nazione basta sapere che è composta da più di 17.000 isole, di cui circa 9000 hanno un nome e che circa 900 sono abitate in modo permanente. Data che la natura sismica di quasi tutto il territorio indonesiano è notevolmente attiva, il numero, la dimensione, l’emersione e la forme delle sue isole è in continua evoluzione.

Tornando alla descrizione dello stretto di Lembeh e delle sue caratteristiche, dobbiamo dire che questo canale lungo circa 12 Km e largo da 200 a 1200 Mt, è paragonabile ad una pass enorme in cui vengono a incontrarsi le acque del Mar di Celebes e del Mare delle Molucche. Ciò provoca un habitat particolare ricco di plancton e di vite endemiche. In questi luoghi, infatti, le glaciazioni hanno avuto un’influenza marginale e questa circostanza, unita agli sconvolgimenti delle era geologiche e a particolari condizioni ambientali, ha fatto sì che in questo mare si verificasse più volte un fenomeno di rimescolamento e isolamento delle forme viventi, favorendo la nascita di molte nuove specie senza che si estinguessero quelle già presenti e dando luogo ad una eccezionale biodiversità, in gran parte ancora da studiare.