CRISALIDI
Cosa conserviamo della nostra fanciullezza? Cosa resta della sua magia e di quella fragilità esistenziale che sembra impossibile trattenere?
Da quando ho cominciato a lavorare come insegnante mi sono trovata catapultata in un mondo inaspettato. Giorno dopo giorno ho iniziato a guardare la fanciullezza con occhi diversi: vedevo in queste piccole donne delle creature tenere ed oscure allo stesso tempo, come delle crisalidi che si incamminano verso qualcosa di sconosciuto. Sin dall’antichità l’essere umano è stato affascinato dal mistero della metamorfosi, come un messaggio mai decifrato. Questo lavoro per me è un tentativo di indagare l’adolescenza come una storia dell’essere e del suo cambiamento su più piani sovrapposti.
Nel mondo degli insetti la crisalide rappresenta lo stadio ninfale delle farfalle che si preparano a subire una metamorfosi; in psicologia invece essa sottintende le infinite potenzialità dell’essere nelle fasi delle sue trasformazioni: così come la farfalla emerge al termine di un misterioso processo di cambiamento, analogamente la coscienza umana attraversa varie fasi, racchiude un processo e una storia.
All’interno di una dimensione poetica e psicologica del cambiamento, l’intimità diviene sconfinamento sensoriale: la nostra mente, fotogramma dopo fotogramma, si trova coinvolta in una dimensione pseudoscientifica dove incantesimo e realtà si sovrappongono. Figure oniriche di ragazzine dal corpo di porcellana sembrano abbandonarsi a un meccanismo di perpetua dilatazione temporale abile ad addolcirne l’ingresso nella vita adulta. Sguardi sognanti dal sapore ermetico e intimista, gestualità interrotte che danno vita a quelle inquietudini sentimentali insite nella crescita.
Emergono sontuose allegorie esistenziali che ci riportano al mondo esterno attraverso immagini di insetti provenienti da archivi e collezioni entomologiche storiche, brandelli anatomici, pagine e parole sbiadite che sottolineano il concetto di impermanenza nella difficile costruzione del sé. In questa odissea dell’umanità, mondo interiore ed esteriore si mescolano nel tentativo di decifrare il misterioso enigma dell’adolescenza.
ILARIA SAGARIA
BIOGRAFIA
Ilaria Sagaria è una fotografa e artista visiva campana. Il suo lavoro parte da un accurato studio del passato per restituire un immaginario complesso e stratificato del mondo interiore e dei sentimenti, con particolare attenzione ai significati sociali e psicologici. La sua poetica, intimista e visionaria, è densa di simbologie e di rimandi artistici, che uniscono passato e presente, generando visioni insolite e inaspettate. Le sue opere sono state esposte in Gallerie d’arte e Musei, sia in Italia che all’estero, ricevendo numerosi riconoscimenti e pubblicazioni. Nel 2021 ha esposto con una personale all’interno delle Gallerie degli Uffizi; ove, su invito, è tornata nel 2023 con una donazione al Museo di una sua opera, destinata alla Collezione contemporanea permanente dea autoritratti. Ha esposto in Festiva internazionali di fotografia, tra i quali: Sifest, Savignano sul Rubicone (2022); Photolux, Lucca (2023); Verzasca Foto Festival, Svizzera (2023); Budapest Photo Festival (2023); Photopolis Festival, Grecia (2023); Format Festival, Inghilterra (2024). Ha vinto diversi premi, tra cui il Premio sette Opere di Misericordia (2015) bandito dal Museo del Pio Monte della Misericordia di Napoli; la Biennale dei Giovani Fotografi Italiani (2018); Portfolio Italia (2021), New Talent Prize (2023), il Premio Portfolio indetto dal Festival Fotografico Europeo (2024), risultando tra i finalisti di Passepartout Photo Prize (2023) e del Premio Umane Tracce (2024). Ha lavorato come fotografa tra Napoli e Monaco di Baviera attualmente come docente di fotografia e grafica a Milano. La fotografia la rende felice.