SILENZI

TRA LA QUIETE E L’INQUIETUDINE

Nell’affrontare le fotografie di Salvatore Montemagno , non ho potuto non farmi toccare dalla portata di alcuni temi, di alcune suggestioni che, un’immagine dopo l’altra , mi venivano suggerite come chiavi per provare ad aprire almeno alcuni dei lucchetti, alcuni dei bauli che celano la misteriosa natura di queste opere. Ho scelto quindi di provare a nominare queste chiavi, tenendo ben presente che le parole e i nomi sono inadeguati allo scopo della comprensione.

La prima ha a che fare con ciò che c’è e, insieme, non c’è: la solitudine.

La seconda è dedicata a ciò che è immobile e pure sempre cambia: il tempo.

L’ultima è dedicata al luogo di quella dinamica: il corpo.

E’ il vuoto dei luoghi, è la desolazione dei paesaggi a risuonare nell’assenza di questi sguardi, nella loro inadeguatezza, in un immobilismo che fa riemergere le case isolate e i ristoranti deserti di Edward Hopper o le figure disperse in lontananza di Caspar David Friedrick.

Salvatore Montemagno imprime una peculiare traccia emotiva alla sua opera attraverso l’uso di una tecnica fotografica precisa e sofisticata. Le immagini sono nitide e definite ma allo stesso tempo evocative e misteriose, creando una tensione coinvolgente e, di nuovo, solitaria.

La solitudine delle donne ritratte è un tema ricco di sfumature. Da un lato, essa appare silenziosa, come se le donne ritratte fossero assorte in una sorta di meditazione introspettiva, immerse in una quiete apparente. Tuttavia, è l’inquietudine sottile e persistente che ne pervade le auree a sollecitare il nostro senso di incompleto, di mancanza. Immagini che ci stanno davanti e immagini che ci fanno sentire la loro mancanza, allo stesso tempo. Un tempo solo loro.

Paolo Cappelletti

Dal 27/01/2024 al 18/02/2024

da martedì a domenica ore 10-12 e 14-18. Mercoledì mattina chiuso.

Inaugurazione sabato 27 gennaio 2024 ore 17.00