La fotografia subacquea rappresenta una tappa fondamentale nella carriera di Paolo Prando. Parte importante della sua vita e della sua produzione artistica, essa ha dato modo all’autore di far vivere insieme le sue grandi passioni: le immersioni sportive, i viaggi e, naturalmente, la fotografia. Si trattava, all’epoca (i primi anni Settanta), di un genere assolutamente innovativo, in cui Prando fu pioniere e nel quale riuscì a coniugare perizia tecnica, padronanza del set ambientale ed espressività artistica. I fondali protagonisti sono quelli dei Caraibi, del Sud-Est asiatico, del Mar Rosso egiziano, israeliano e sudanese, in Italia dell’isola d’Elba. La profondità media durante le immersioni con l’attrezzatura fotografica e bombole ad aria compressa, è di 35 metri, ma, ad esempio, la foto alla ragazza con la gorgonia, un gioco di effetti tra la silhouette, i capelli della subacquea e la scenografica barriera corallina, è stata scattata a una profondità di ben 54 metri, nel mar Rosso egiziano.

La foto che ritrae il pesce pagliaccio che fa capolino da un’attinia, presa con un 28 mm e lente addizionale macro, è scattata sui fondali sudanesi di Sha’ab Rumi e ha ricevuto il terzo premio ai campionati mondiali di Cuba, nel 1980. Le immagini, non poche quelle premiate, sono realizzate usando diapositive Agfachrome, per la resa cromatica adatta alle caratteristiche ambientali, e successivamente in Cibachrome. Meritano sia per lo studio del set, in condizioni ambientali davvero poco controllabili, sia per gli effetti di illuminazione: sembra che Paolo Prando trasferisca semplicemente le amate sedute di ritratto dai set consueti al fondo del mare, con una nonchalance che gli consente di realizzare veri e propri “model shooting”. I giochi scenografici sfruttano molto bene gli effetti creati dal movimento delle onde con i capelli, i drappeggi dei tessuti scelti ad hoc, la vegetazione e un sapiente utilizzo dei flash. Doppia illuminazione, anteriore e posteriore, a regalare maggior trasparenza al corallo, come nell’immagine – premiata – scattata all’isola d’Elba (arcipelago toscano); doppio flash e interazione con la luce naturale per far risaltare i colori nel blu del fondale: l’autore sa il fatto suo.

L’effetto spontaneo e naturale è l’esito di un attento lavoro di squadra, di un controllo rigoroso, professionale, delle variabili – dal movimento, all’ossigenazione, ai panneggi del sari- anche se non mancano aneddoti avventurosi e l’inevitabile componente di rischio legata alla situazione, tutto a maggior merito del risultato finale.

Piera Lombardo

CURRICULUM 

GianPaolo Prando è nato a Venezia il 3 settembre 1938. Nel 1958-59 ha frequentato la scuola di Cinema a Roma ed è stato cineamatore fino al 1966. Dal 1967 si è dedicato alla fotografia, avviato da Fulvio Sinigaglia e Ruggero Zausa. Nel 1969, la prima ammissione importante al concorso FIAF “Premio Città di Padova”.

Pioniere della fotografia subacquea, tra gli anni ’70 e gli anni ‘90 colleziona una serie di riconoscimenti nazionali ed internazionali, conquistando il terzo premio al campionato audiovisivi di Cuba: il suo “Rosso Sub” presentato al Congresso FIAF di Pescara nel 1979, proiezione in dissolvenza incrociata, gira mezza Europa.

Nel 1977 viene nominato BFI (Benemerito della Fotografia Italiana), nel 1978 viene nominato AFIAP (Artista fotografo della Federazione Internazionale di Fotografia). Attivo nella FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), è stato per anni delegato provinciale per Venezia, Treviso, Vicenza, Padova, Rovigo. Oggi mantiene la carica per la provincia di Venezia. A Dolo, comune della Riviera del Brenta, fonda nel 1969 il Circolo Fotografico l’Obiettivo. Molto attivo nella realtà associativa, tra gli anni ‘70 e gli anni ‘90, dà vita a 15 Concorsi Nazionali “Premio IL NAVIGLIO” ed alla rassegna “La Fotografia dei Circoli Veneti”. Trail 1977 e il 2019 porta avanti diversi scambi e gemellaggi fotografici: prima con il circolo Kontrast di Kielce, poi con il KKF di Cracovia-entrambi in Polonia–infine con il gruppo Phot’Oser di SaintMarcellin, in Francia. Nel 2019, viene nominato Delegato Regionale FIAF per il Veneto. Negli ultimi anni, ha esposto in mostre personali a Padova, Bolzano, Chioggia, Cavarzere, Adria, Mestre, Venezia, Bassano del Grappa oltre che a Dolo, e in Francia a Saint Marcellin. Un particolare riconoscimento alla carriera gli è stato tributato a Cracovia, lo scorso anno, dove è stata curata una sua retrospettiva all’interno della manifestazione “La forza della fotografia”, a fianco delle foto premiate alla 64ª edizione del World Press Photo 2021, il più importante contest fotogiornalistico del mondo. La retrospettiva ospitava un’ottantina di fotografie di Prando di grande formato, dalla fine degli anni ‘60 a oggi: dai primi scatti in bianco e nero, alla sezione dedicata alla fotografia subacquea, ai reportage di viaggio, agli amati ritratti, soprattutto femminili, comprese le ultime sperimentazioni di nudo in bianco e nero.

La fotografia subacquea rappresenta una tappa fondamentale nella carriera di GianPaolo Prando. Parte importante della sua vita e della sua produzione artistica, essa ha dato modo all’autore di far vivere insieme le sue grandi passioni: le immersioni sportive, i viaggi e, naturalmente, la fotografia. Si trattava, all’epoca (i primi anni Settanta), di un genere assolutamente innovativo, in cui Prando fu pioniere e nel quale riuscì a coniugare perizia tecnica, padronanza del set ambientale ed espressività artistica. Le immagini, pluripremiate, sono realizzate usando diapositive Agfachrome 50, per la resa cromatica adatta alle caratteristiche ambientali, e successivamente stampate prima in RC14 della Kodak, poi in Cibachrome.