Biografia

 

Valentina D’Alia e Biagio Salerno, entrambi architetti ed insegnanti di Palermo, si conoscono in ambito lavorativo nel 2009 presso uno studio di architettura. La coppia di amici diventa coppia nella vita durante un viaggio a Firenze, intrapreso perché li accomuna un forte amore per la storia dell’architettura. Quando nel 2012 decidono di fare il grande passo, è già cominciata la loro passione per la fotografia, tant’è che come regalo di nozze si fanno regalare da amici e parenti attrezzatura fotografica e due viaggi. Se però le loro vite si uniscono in matrimonio, le loro esperienze fotografiche cominciano a divergere. Infatti, Valentina ama sempre più esplorare edifici e spazi urbani cercando di coglierne schemi geometrici, forme e volumi, anche in rapporto alla presenza umana. In particolare, ciò che le suscita sempre più interesse è l’originalità dell’articolazione di spazi e volumi dell’architettura contemporanea, che si manifesta per esempio attraverso giochi prospettici e forme innovative. Biagio, invece, rivolge il suo sguardo verso il mondo degli insetti e verso la fotografia naturalistica, della quale gli piace rappresentare soprattutto forme e colori del mondo dei piccoli insetti e momenti di grande impatto emozionale della vita degli animali. Almeno fino a quando non ha incontrato, studiando storia dell’arte, i grandi pittori surrealisti e metafisici, che l’hanno avvicinato alla natura morta, complice anche una ricerca costante sulla composizione fotografica. Ed è qui che la coppia, rimasta divisa “fotograficamente” per un decennio, si ricongiunge. Essi infatti si ritrovano ad essere entrambi guidati dal piacere di comporre usando gli elementi antropici che li circondano, edifici e strutture per lei, vasi colorati accompagnati da fiori per lui.

Nell’arco di circa dieci anni la coppia ha avuto modo di confrontarsi con il mondo della fotografia attraverso numerose mostre collettive nazionali ed internazionali e pubblicazioni, spesso e volentieri, con fotografie di entrambi. I due autori hanno ricevuto numerosi riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale nei concorsi fotografici, accumulando, insieme, oltre 600 premi. Pur essendo di Palermo, dove continuano a vivere e a lavorare assieme alla loro figlioletta Federica, anche lei fotografa in erba, frequentano il Gruppo Fotografico La Barchessa di Limena (Padova), dove hanno trovato un ambiente ideale per far crescere il proprio linguaggio fotografico. Costante è il loro impegno nella divulgazione del linguaggio fotografico, seppure ognuno con metodi propri.

La mostra

“Dal Vaso Alla Città”

Libere composizioni di forme, luci e colori

di Valentina D’Alia e Biagio Salerno

 

Valentina D’Alia e Biagio Salerno sono entrambi architetti ed insegnanti di Palermo, genitori di Federica, anch’ella giovanissima fotografa. Si ritrovano ad essere guidati dal piacere di comporre usando gli elementi antropici che li circondano, edifici e strutture per lei, vasi colorati accompagnati da fiori per lui.

La mostra vede insieme opere di architettura e opere di natura morta. Due generi che sembrerebbero diversi, qui accomunati dalla volontà dei due autori di dare una “misura” alle cose attraverso luci, forme e colori. Edifici ed oggetti vengono trattati alla stessa maniera, equilibrando masse e affidando a colori e luci il compito di unire, e spesso astrarre, evidenziando piuttosto le forme che il loro significato retorico, cosi che una facciata si trasforma in un elenco di rettangoli, od un vaso in una forma tondeggiante che sbuca fuori dallo sfondo nero; naturalmente ognuno dei due autori con la propria maniera di pesare gli elementi all’interno del fotogramma.

 

Valentina racconta l’architettura soffermandosi su un dettaglio o su una porzione di spazio interno o esterno, alla ricerca di una armonica combinazione di linee, forme e colori, misurata anche con la presenza umana discreta e non protagonista. Un seppur piccolo frammento di realtà è spesso in grado di rivelare la sua appartenenza ad un edificio o a un determinato luogo, perché ne mantiene intrinsecamente le caratteristiche e inevitabilmente ci riconduce lì. E se con l’uso di una visione prospettica preferibilmente centrale cerca di proiettare l’osservatore all’interno di quell’ambiente architettonico, con la ripresa frontale di facciate o dettagli di superfici ne analizza il potenziale grafico.

Biagio vede la natura morta come momento di riflessione, un vero e proprio rompicapo compositivo, quasi un esperimento culinario durante il quale è fondamentale pesare gli ingredienti, al fine di ottenere il risultato migliore possibile. Nelle immagini proposte l’oggetto è protagonista, ma misurato nel suo ambiente, sia se rappresentato individualmente che in uno spazio condiviso con altri oggetti. L’ambiente colorato lo contestualizza, armonizza o unisce più oggetti evidenziandoli, mentre lo sfondo scuro permette di concentrarsi maggiormente sulla forma e sul colore che emerge grazie alla luce. Fondamentale è stata l’esperienza che ha fatto studiando i quadri di Giorgio Morandi.

Inaugurazione sabato 20 maggio 20213 ore 18.00
apertura dal mercoledì alla domenica ore 15.30-19.30