NAPOLI CORPO A CORPO

Confrontarsi con Napoli è un’impresa sempre difficile. La città è un teatro a cielo aperto e si mostra generosa al turista. Questa teatralità, però, è solo un modo per nascondere la propria intimità, i propri segreti. La sua stratificazione millenaria sia urbanistica che sociale e culturale, le tante dominazioni le hanno insegnato ad indossare la maschera più adatta alle varie occasioni. Gli stereotipi che la caratterizzano sono tanti, tutti veri, tutti tremendamente falsi.

Chi vuole davvero provare a comprenderla deve entrare in queste continue contraddizioni, deve apprezzarne l’eleganza e la rozzezza, la sconvolgente bellezza ed il degrado, la profonda civiltà e l’assenza di senso civico e così via.

Tanti i fotografi che hanno tentato di rivelarne il vero volto, dai maestri dell’Ottocento, che hanno tramandato la cartolina della città, come Sommer, Bernaud, gli Alinari e tanti altri, per i ricchi turisti del Grand Tour, fino ai maestri del dopoguerra, che ne hanno mostrato la particolarità sia in positivo che in negativo, come Jodice, D’Alessandro, List.

Fotografare Napoli è una sfida che ogni fotografo deve affrontare con molta attenzione, poiché il visibile meraviglioso è sovrabbondante e quindi la sua abilità sarà nel selezionare un proprio percorso visivo su cui lavorare.

L’impresa, quindi, per gli otto fotografi del circolo fotografico di San Felice sul Panaro PHOTOCLUB EYES non era delle più semplici. Il viaggio di 3 giorni che ho avuto il piacere di organizzare è stato anche un piccolo esperimento, un modo per verificare come un gruppo di fotografi che non erano mai stati a Napoli potessero reagire alla visita di alcuni quartieri tra i più tipici della città.

Le foto in mostra sono la testimonianza della loro capacità di interpretare in modo personale la realtà con cui si sono confrontati.

Albertino TREVISANI registra le tracce evidenti dei festeggiamenti per la vittoria del terzo scudetto. La festa a Napoli è sempre un evento pubblico e la strada è il luogo dove i napoletani condividono la loro gioia.

Daniele BARBIERI evidenzia il culto di Maradona, il numero 10 è diventato sinonimo del grande campione. Tra Napoli e Diego è stato amore a prima vista e si è consolidato nel tempo. Maradona è entrato a far parte in modo stabile dell’immaginario privato e collettivo della città e la sua è una presenza quotidiana per tutti.

Lorenza CABASSI contestualizza con dei dittici la vita nei locali terranei denominati “bassi”. Questi nascono come fondaci, cioè depositi del porto, per diventare in seguito abitazioni anche per famiglie numerose, pur essendo un solo ambiente spesso umido e malsano.

Fabrizio SECCHI si immerso con grande entusiasmo nella città cercando la sua anima più popolare. Interagendo con le persone, è riuscito a registrare momenti di sincera vita quotidiana, cosa non semplice, considerando l’invadente turismo che travolge la città negli ultimi anni.

Marco DI NOLA concentra la sua attenzione su come i bambini vivono anche le aree monumentali più importanti come luoghi per giocare. Il calcio è una grande passione di tutti i napoletani e i bambini trasformano in un campo di gioco qualsiasi spazio un po’ più ampio presente nel centro storico.

Luca MONELLI indaga lo sguardo denso di umanità degli abitanti dei bassi. Ritratti frontali da cui emerge un dialogo di condivisa sincerità. Si intuisce la fiducia che il fotografo è riuscito a conquistare e che gli consente di entrare nell’intimità della vita privata.

Sabrina CALZOLARI evidenzia l’importanza di alcune attività commerciali tipiche di Napoli: l’arrotino che affila e coltelli e il venditore di pesce che lo utilizza in modo sapiente nella sua attività. Gesti che si perdono nei secoli e che caratterizzano anche la città contemporanea.

Vanni MONELLI registra eleganti siluette all’interno della stazione della metropolitana Toledo, che è stata giudicata tra le più belle al mondo e che è oggi una delle attrazioni della città. Un riemergere dal fondo del mare che riesce a far dialogare questa componente moderna della città con sua iconografia più tradizionale.

Inaugurazione lunedì 11 marzo 2024