Fanal Forest
Presenze Assenze
Con questo semplice, quasi banale, ma allo stesso tempo arcano titolo Marina Tosolini ci presenta uno dei suoi tanti lavori dedicati alla rappresentazione della natura e ai suoi ritmi imponderabili, tema a cui si dedica – con risultati gratificanti – da parecchio tempo preferendolo a generi più chiassosi.
Siamo difronte ad atmosfere livide, diradate, a volte cupe eppure luminose, a dimostrazione del fatto di come molte volte il nostro inquieto astro quasi si diverta a proporci questi scenari caratterizzati da ossimori visivi che destabilizzano, non solo la percezione che abbiamo di essi, ma il nostro stesso animo.
È questa la straniante veduta proposta alla nostra visione. Sull’isola di Madeira, fra i centenari alberi di lauro della foresta di Fanal – definito (ahime!) uno dei luoghi più instagrammabili del pianeta – si è mosso infatti con attenzione lo sguardo avido di serenità di Marina.
La consapevolezza che la fotografia sia uno strepitoso linguaggio, utile a dare forma a una manipolabile apparenza, ha consentito a Marina un’opera di decostruzione della consueta realtà del luogo – normalmente illuminato dalla luce di una eterna primavera – anche grazie all’aiuto di una collaborativa nebbia, per riformare degli spazi in cui l’equilibrio è creato a volte da ambigue e paurose presenze, a volte da confortanti assenze.
La perizia, affatto sbrigativa, con cui sono composte con precisione le immagini restituisce alla visione uno scenario in cui le parti luminose ed eteree e quelle scure e corporee dialogano fra loro, producendo dubbi speculari tra realtà e fantasia, tra luce ed oscurità, elementi che da sempre sono oggetto di indagine anche all’interno dell’animo umano.
Quali parti, attrici dell’immagine, rappresentano la concretezza delle piante? E che cosa si configura come percezione fantastica che da esse traiamo e che il nostro occhio conduce al cervello attraverso l’obiettivo? Dove termina quel prato verde? Che ore sono?
L’elemento più prezioso proposto da Marina è proprio quel mistero generato dai pochi elementi ripresi e attraverso i quali lo spettatore può scoprire per sé stesso similitudini materiche ovvero sorprendenti occasioni di esplorazione del proprio io interiore.
Ecco che un albero proteso obliquamente ci rievoca una figura umana, un groviglio di rami e radici ci invita a riflessioni più profonde, ci induce il desiderio di un viaggio, fisico prima di tutto, un viaggio più intimo e curioso, poi, per scoprire noi stessi.
Un viaggio come tanti, come quelli che compiono i protagonisti di Guerre Stellari attraverso tutta la galassia, caratterizzata da luoghi e paesaggi più dissimili e insoliti, come Dagobah, il pianeta di origine del maestro Yoda sul quale avviene l’incontro con Luke Skywalker che, per affinità suggerite dal luogo, conduce ad un’ulteriore riflessione ispirata dalle fotografie della foresta di Fanal e da una sua celebre frase: “In ognuno di noi c’è il bene, in ognuno di noi c’è anche il lato oscuro. La forza sta nell’equilibrio tra i due.”
Dario Buttazzoni (dicembre 2024)
Marina Tosolini
Classe 1970, muove i primi passi nel mondo della fotografia con una Kodak Instamatic alla ricerca di attimi e luoghi da ricordare.
Dopo i primi corsi di fotografia ha continuato negli anni a scattare a livello amatoriale.
Rientra a far parte del Circolo Fotografico Friulano, dopo una lunga pausa, alla ricerca di nuove tecniche espressive e nuovi temi per il suo lavoro fotografico.
Appassionata viaggiatrice predilige la fotografia di paesaggio con lunghe esposizioni alla ricerca di dinamismo per le proprie immagini.
Negli ultimi anni ha partecipato a diverse mostre collettive ed alcune sue foto sono state inserite in varie pubblicazioni.
Mostra visitabile tutti i giorni, escluso domenica, dalle ore 18.00 alle ore 20.30 fino a Martedì 22 Aprile