Libri a Fuoco

Collettiva fotografica di Augusta Photo Freelance

“Un libro è una pistola carica” (Fahrenheit 451 – Ray Bradbury)

Un libro è un fuoco che non smette mai di ardere. Non fa rumore, non consuma ossigeno, eppure brucia dentro chi lo legge. È una fiamma che illumina, scalda, ferisce, consola.

Da questa immagine nasce la mostra Libri a Fuoco: ai fotografi è stato chiesto di scegliere un classico della letteratura e di trasformarlo in un’immagine, come se dovessero inventarne la copertina. Un esercizio emotivo per tradurre in luce e colore l’anima di storie che hanno segnato intere generazioni di lettori.

Il titolo porta con sé un doppio battito. “A fuoco” è il destino dei libri in Fahrenheit 451, condannati alle fiamme in una società che teme la libertà del pensiero. Una distopia che non appare più così lontana, se guardiamo al presente, in cui la lettura rischia di diventare un’abitudine fragile, schiacciata da velocità e superficialità. Ma “a fuoco” è anche lo sguardo fotografico: la nitidezza di un obiettivo che sceglie cosa mettere al centro, cosa rendere vivo, cosa salvare dall’indifferenza.

Ogni scatto è un atto di resistenza e di memoria. Un modo per ricordare che non serve bruciare i libri per spegnere una cultura: basta smettere di leggerli, voltare lo sguardo altrove. Per questo la mostra è al tempo stesso denuncia e invito: denuncia del lento affievolirsi dell’attenzione verso la lettura, invito a riaccendere il piacere di lasciarsi attraversare dalle parole, a ritrovare nei libri un porto sicuro e una promessa di futuro.

In queste immagini, i romanzi tornano vivi: non illustrati, ma evocati; non spiegati, ma tradotti in emozioni visive.

Ogni fotografia è scintilla, soglia, eco di un racconto che si rinnova. E così la letteratura incontra la fotografia in un dialogo che diventa fiamma, custode e passaggio.

Perché leggere e fotografare hanno in comune lo stesso gesto: dare luce a ciò che rischia di scomparire.