Attimi, Sicilia di poesia

“Un uomo che confeziona un paniere così come lo pretende l’antica arte e la storica usanza.
Chi è contento che sulla terra ci sia ancora uno spazio, un momento, per la preghiera.
Chi scopre con piacere che tra i tanti volti dei compaesani c’è anche il proprio ritratto.
Quattro uomini che fanno memoria di Giorgio Castriota Skanderbeg, europeo come loro.
Una signora che ti porge la forma e il colore del tempo racchiuso in un ricordo fotografico.
Un compagno di avventura che vuole compiacere la donna che si fida delle sue parole.
Due comari che s’interrogano sul mistero dei numeri civici delle loro abitazioni. Chi cerca il nipotino e non si accorge che il biricchino sta scalando il Ventoux con un triciclo.
Due donne che ti chiedono, con risolutezza, conto e ragione di quanto sta loro intorno.
Chi è contento di ascoltare, semplicemente ascoltare, una vecchia radio. Chi prova piacere a guardare, con benevolenza, queste persone.
Ebbene si: queste persone, che la mia amica ha intercettato e coinvolto nel mistero dell’immagine, queste persone – che tra loro s’ignorano – udite, udite, stanno salvando il mondo”. 

Se ci avete seguito fin qui, avrete sicuramente riconosciuto la presuntuosa parafrasi che abbiamo azzardato sul nobile testo della poesia “I giusti” del grande Jorge Luis Borges, poeta argentino.
Ci siamo permessi questa licenza; e lo abbiamo fatto perché la sequenza fotografica formulata dall’amica Valeria è interamente costruita sull’incontro-scoperta della semplicità di “quelle” persone; persone che non esibiscono titoli, simboli, biglietti da visita o nomi su campanelli altisonanti, ma, più concretamente, vivono il senso del loro dovere sapendo dove andare, cosa fare, quando riposare e, soprattutto, quando “liberare” lo spazio e il tempo nel quale vivono.
Parlano poco le persone incontrate da Valeria, ma mostrano sempre il senso della loro esistenza e del loro esserci, sia di fronte all’obiettivo della fotografa, sia quando, la stessa, tenta di sorprenderle invitandole a venir fuori dal loro tempo quotidiano.
Se provo a risolvere la mia riflessione in questa prospettiva, mi accorgo di potere leggere tutto il lavoro dell’Autrice come una sorta di possibile “inventario” d’incontri, di rapporti, di confronti e di scoperte.
Circostanze tutte colorate più dalla benevolenza che dalla curiosità.
Corollario di questa benevolenza è, però, lo stupore che si percepisce evidente nella scoperta di una smorfia, di un sorriso, di una penombra, di un momento di buio, di uno squarcio di luce improvvisa, di un nascondimento. Così come lo stupore di rivedere la concentrazione in un gesto, la visibile profondità di un sentimento, l’affiorare dell’ironia o la reticenza di un pudore lontano.
È un fotografare costruito “con i piedi”: dietro, infatti, c’è tanto camminare, bussare, attendere, magari aspettando una corrispondenza, magari ricevendo più di quanto si è chiesto.
È un fotografare costruito “sulla pazienza”, aspettando che il momento del sentimento o dell’umorismo – che poi ha la medesima radice esistenziale – possa manifestarsi e rendersi intellegibile per l’impressione fotografica.
È un fotografare che fa del continuo “entrare e uscire” di scena, il suo costante dinamismo emotivo: dall’interno si passa all’esterno, spesso si sta sulla soglia, sul confine, sul limen, sulla distanza del rispetto, reciproco e riconosciuto, che il gesto fotografico vorrebbe cancellare.
Idonea e adeguata, allora, si rivela la scelta del bianconero che permette di isolare l’esperienza umana, vissuta e maturata dalla fotografa, senza contaminarla con l’eccessiva informazione cromatica che potrebbe distrarci. Sotto il profilo narrativo strumentalmente efficace si rivela, altresì, il taglio compositivo prevalentemente orizzontale.
Tali scelte, peraltro, ci consentono di raccordare il reportage della nostra fotografa con tutta quell’esperienza artistica e fotografica che ha ritenuto fondamentale l’adesione verso queste tematiche quanto meno per conservare l’identità storica, sociale, politica del nostro territorio e della nostra gente.
In questo intervento ci preme, però, annotare la risoluta volontà della fotografa che, nella compiuta forma del fotogramma, dichiara la sua volontà di voler custodire questo mondo, di volerne avere “cura”, una cura nel senso che a questa parola dà il cantautore Franco Battiato.
Se proviamo, allora, a muover da questo atteggiamento – che possiamo anche, genericamente, definire benevolenza (ma ci sa di poco) – nascerà spontaneo il desiderio di guardare all’immagine oltre il canonico quadrato ermeneutico di ogni visione.
Scavalcheremo, così, la volontà di documentare o di analizzare socialmente quanto rappresentato e, con semplicità e naturalezza, andremo oltre l’immagine cominciando a parlare della partecipazione emotiva del nostro sentimento.
Noi che stiamo guardando queste immagini, tanto lontane dal fashion, dal glamour, dalla suggestione, dalla violenza di tanta fotografia contemporanea, ma tanto vicine al tempo ed allo spazio che dobbiamo condividere, ecco, muovendo da quest’attenzione, senza saperlo, senza conoscerci, “stiamo salvando il mondo”.

                                                                                                           Pippo Pappalardo

Valeria Laudani

Valeria Laudani nasce e vive a Catania. Ha studiato presso l’Istituto d’Arte di Catania, diplomandosi nel 1993 in arti grafiche, della pubblicità e della fotografia, una formazione che le ha dato basi visive e compositive.
Si iscrive in Scienze e Tecniche Psicologiche, un percorso interrotto per motivi familiari. Nonostante non abbia potuto proseguire gli studi, ha sempre continuato a formarsi e a sperimentare, inizialmente, lavorando come grafico creativo freelance con alcune tipografie e agenzie pubblicitarie del territorio siciliano e successivamente nell’attività di famiglia. Tuttavia, la sua passione per la fotografia non si è mai fermata.  
Il suo viaggio inizia quasi per gioco, tra scatti improvvisati col fratello, tra risate e pose stravaganti che spesso finivano in battaglie a colpi di cuscino. Da quei momenti spontanei è nata una passione che si è trasformata in un linguaggio espressivo profondo e ricercato. Tramite una cara amica, conosce l’ACAF, associazione fotografica catanese, frequentandone il corso base, che le permette di approfondire il passaggio dall’analogico al digitale e, personalmente, di affinare la sua tecnica.
Il suo interesse fotografico si concentra sulle persone, in particolare su anziani e bambini, su quei volti che raccontano storie attraverso rughe, sguardi e gesti. Ama il ritratto e la figura ambientata in un contesto di quotidianità. Non si limita alla semplice cattura dell’attimo ma dietro ogni scatto c’è un pensiero, un simbolo, un significato nascosto che si svela guardando oltre l’evidenza.
Ha partecipato a diversi concorsi, ottenendo una menzione d’onore e alcuni riconoscimenti internazionali certificati per le fotografie ‘’notate’’ in giuria. Ha esposto le sue immagini in diverse mostre collettive e personali sia in Sicilia, tra cui l’Etna photo meeting, manifestazione curata dall’associazione fotografica di Valverde: Le Gru, che in altre parti d’Italia, come il Trieste Photo Days Festival per Urban Photo Awards ecc. Il suo lavoro è stato apprezzato e pubblicato da alcune riviste e annuari, tra cui Click Magazine, Dialoghi Mediterranei e gli annuari Mondadori “Artisti 21” e “Artisti 22”. Ha inoltre auto prodotto, nell’anno 2017 il suo primo libro fotografico: Attimi, Sicilia di poesia, un omaggio visivo alla “gentilezza”, che offre alla sua terra e alla gente che incontra.
Durante questa formazione, intraprende rapporti con l’associazione fotografica fiorentina Il Cupolone, con cui ad oggi è affiliata. Sarà il presidente, Simone Sabatini, a proporre i suoi progetti ai Talent Scout 2024, da cui risulterà una delle vincitrici per la categoria senior. Il bianco e nero è il linguaggio con cui si identifica maggiormente, perché le permette di esaltare le emozioni, di giocare con i contrasti e di creare immagini che parlano con il cuore prima ancora che con gli occhi. Tuttavia, ogni progetto ha la sua anima, e la scelta tra colore o monocromia dipende sempre dal messaggio che vuole trasmettere e rappresentare: amore, libertà, solitudine, speranza, amicizia, gioia, ecc.
Valeria si definisce una persona sensibile ed emotiva, un fotografo del sentimento, forse, dove tenere a bada le emozioni diventa difficile quando il ‘’sé’’ ne diviene il protagonista. La fotografia diventa così il mezzo con cui raccontarsi, raccogliendo gli sguardi incontrati lungo il cammino. Trasforma attimi fugaci in immagini che raccontano l’umanità, vera ricchezza delle relazioni e delle emozioni che danno senso alla vita nel mondo. Un mondo che, nonostante le sue difficoltà, resta sempre il palcoscenico in cui vale la pena vivere.

Informazioni:
Nel 2015 personale – Art Gallery Quirinus – Svezia
Nel 2016 selezione redazionale quinta galleria ‘’Persone’’ concorso National Geographic
Nel 2017 selezione redazionale ottava galleria ‘’Luoghi e Paesaggi’’ concorso National Geographic
Nel 2017 personale – Auditorium Nelson Mandela – Misterbianco (CT) Nel 2017 collettiva – Borghetto Europa, Catania
Nel 2017 pubblicazione del libro fotografico autoprodotto: Attimi, Sicilia di Poesia di Valeria Laudani a cura di Pippo Pappalardo (storico e critico della fotografia) edit.: Agorà 35.
Nel 2018 pubblicazione – rivista fotografica Click Magazine.
Nel 2018 personale – Etna Photo Meeting – Palazzo Cutore, Aci Bonaccorsi (CT)
Nel 2018 personale – Festival della Fotografia Sociale – Convento dei Domenicani, Ottati (SA)
Nel 2018 collettiva – Borghetto Europa, Catania
Nel 2020 collettiva online – CO.VI.3D GALLERY – created by ‘Creative Spaces’, Caltanissetta
Nel 2021 pubblicazione Annuario Mondadori – Artisti 21
Nel 2021 diversi riconoscimenti internazionali certificati tra cui: (AAP-Exhibition Mombasa, Kenya)- (AAP-Exhibition Giraffe Cup, Kenya)-( Diploma AAP Giraffe Cup, Kenya)-(ICE Group – Exhibition My Iceland, Islanda)-(GTP-Exhibition e PB HM Puerto Barrios, Guatemala)- (Awarded gallery Vila De Cambrils-Spagna)-(GTP- Honorable Mention- Puerto Barrios)
Nel 2021 Exhibition – Trieste Photo Days Festival per Urban Photo Awards
Nel 2022 Exhibition – WOW – Trieste Photo Days Festival
Nel 2022 pubblicazione Annuario Mondadori – Artisti 22
Nel 2024 pubblicazioni varie su ‘’Dialoghi Mediterranei’’ rivista online.
Nel 2024 vincitrice categoria senior TALENT SCOUT FIAF – Gruppo Fotografico Il Cupolone APS CAFIAP-EFI di Firenze.
Attualmente impegnata nella realizzazione del suo secondo libro fotografico.
Contatto Instagram: www.instagram.com/laudanivaleria
Contatto e-mail: valerialaudani@hotmail.it