LUCIA BALDINI

in Alto – danza e movimento

La mostra che Lucia Baldini presenterà alla Galleria Fiaf di Figline Valdarno ha come protagonista super partes il corpo umano che attraverso il linguaggio e lo strumento della danza tenta la sfida di vincere la forza di gravità, che invece ci attira a se rimanendo con i piedi a terra.

Lucia Baldini lavora come fotografa professionista dagli anni’80 interagendo e incrociando soprattutto mondi legati allo spettacolo. In parallelo, come autrice, ha costruito vari progetti che sono divenuti libri e mostre accolte in Italia e all’estero.

Per questo motivo il suo desiderio di guardare al mondo con i piedi staccati dal suolo è divenuto un centro vitale di riflessione e visionario.

Il progetto “In ALTO” indaga i corpi, le loro evoluzioni, i respiri, le attese e le aspettative in maniera ogni volta diversa: sono a volte accennati, sfumati, oppure pienamente visibili, in movimento, ma comunque sempre sospesi sia fisicamente che nell’emozioni che rimandano.

La fotografia, alternandosi tra bianco/nero e colore “gioca” con il corpo umano impegnato nella danza, suggerendo e/o annuendo a forme e movimenti. Talvolta nelle immagini prevale l’intenzione di evocare soltanto e di lasciare la facoltà di interpretazione a chi osserva. Talvolta invece l’energia insita in una sequenza di movimenti è colto in tutta la sua pienezza e intensità. L’approccio della fotografa al tema della danza è sempre onirico, immaginifico, emozionale, mai distaccato. Nelle sue immagini Lucia Baldini mette sempre un po’ di se stessa. E per lei intensità significa anche sensualità. Il corpo attraverso la danza trova la sua possibilità di innalzarsi e rimanere sospeso, dilatando il tempo senza congelarlo, ma lasciando che una scia eterna disegni “In ALTO” l’essenza dell’essere.

Lucia Baldini vive a San Giovanni Valdarno, punto di partenza del suo viaggio fotografico.

Fin dai primi anni di lavoro, facendo parte della casa discografica Materiali Sonori, attraverso mostre, copertine di dischi e collaborazioni con testate musicali, le sue immagini sono divenute un’importante testimonianza della scena underground musicale degli anni Ottanta.

Lavora come fotografa di scena per molte compagnie e festival di teatro e danza.

Dal 1990 trova una forte affinità con la cultura del tango argentino che la porta a realizzare nel 1997 il libro fotografico e la mostra omonima “Giorni di Tango”. Entra in contatto con le più interessnti realtà internazionali legate al tango argentino e nel 2001, in collaborazione con la giornalista Michela Fregona, realizza il volume “Anime Altrove – luoghi e genti del tango argentino in Italia”.

Nel 1996, con lo spettacolo “Omaggio a Nijinsky”, diretto da Beppe Menegatti, inizia la collaborazione con Carla Fracci, che durerà per oltre 12 anni.

Nel 2003 pubblica per la Materiali Sonori il libro fotografico: “La Banda Improvvisa, cinquanta angeli musicanti sospesi su un cielo di note “.

Nel 2005 i libri vengono pubblicati due nuovi progetti editoriali: “Carla Fracci – Immagini”: una monografia fotografica che testimonia la lunga collaborazione con la Fracci, e “Tangomalìa”, i due libri divengono mostre che vengono accolte in Italia e all’estero.

Inizia l’attività di fotografa di scena nell’ambito del cinema con il regista Carlo Mazzacurati per i film “La Giusta Distanza” e “la Passione”.

Nel 2007 le viene commissionato dalla casa editrice Sillabe, in collaborazione con la Soprintendenza dei musei di Firenze, un primo libro sui musei fiorentini “Capolavori in bianco e nero” e ne segue nel 2008 un altro “all’improvviso i musei a Firenze” Quest’ultimo sarà una mostra ospitata a Firenze a Villa Bardini.

Con la pubblicazione “Dramma sacro – omaggio al Mantegna” apre un nuovo capitolo di ricerca e sperimentazione dedicato al nudo maschile.

Nel 2010 esce per l’editore Postcart di Roma la pubblicazione ”Buenos Aires cafe”, diario di viaggio costruito tra immagini e parole a quattro mani con Michela Fregona. Buenos Aires cafè si è aggiudicato il premio “Marco Bastianelli 2010” come miglior progetto editoriale nell’ambito fotografico.

Per la collana I Diavoletti della casa editrice Titivillus, pubblica i libri “la Grande Foresta” (2012) e “testa di Rame” (2013).

Sempre per la Postcart Edizioni esce nel 2012 il saggio fotografico “Luci sulla Ribalta”: un progetto editoriale che va ad indagare il mestiere del fotografo di “scena” attraverso dialoghi con attori, registi, coreografi, musicisti e racconta il lavoro, di oltre 25 anni, come fotografa professionista.

Nel 2012 crea con l’attrice Anna Dimaggio il progetto sociale “Scarpe senza Donne e i Custodi in Cammino”, che attraverso azioni performative e drammaturgiche affronta la tematica della violenza sulle donne.

Dal Nel 2015 crea la casa editrice “in Alto edizioni”: un laboratorio di sperimentazione editoriale dove suoi progetti fotografici e concettuali diventano libri d’artista.

Nel 2019 la mostra “Los abrazos” dedicata ai 12 anni di collaborazione con Carla Fracci viene ospitata a Città del Messico in ambito istituzionale.

Nel 2020, durante il primo lockdown inizia il progetto “Gaia la nuova umanità” interagendo con danzatori, performer in contesti naturali. Dopo due anni il progetto si è strutturato in azioni performative e installative fotografiche e video accolti da festival di danza contemporanea e spazi espositivi.

Crea, nel 2021, con Sonia Antinori lo spettacolo teatrale WALKABOUT ispirato a “Le vie dei canti” di Bruce Chatwin, costruendo un lavoro che si muove sulla narrazione e sulla narrazione visiv.

Conduce da oltre quindici anni laboratori e seminari sulla fotografia di spettacolo e sull’identità attraverso l’auto rappresentazione.

Sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private italiane ed estere. Sue mostre sono state ospitate in Italia e all’estero da gallerie e strutture istituzionali.

www.luciabaldini.it


Inaugurazione 03 dicembre 2022 ore 15,30